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“Racconto al buio – Itinerario lungo simboli e ricordi modenesi del Medioevo”- 24 febbraio 2017

16487144_609371755932218_193474847350847904_oNell’ambito delle iniziative per M’Illumino di meno  – la manifestazione promossa dalla trasmissione radio Caterpillar per promuovere un utilizzo consapevole dell’energia elettrica – quest’anno il Comune di Modena ha organizzato “Racconto al buio – Itinerario lungo simboli e ricordi modenesi del Medioevo.

Si tratta di un evento mirato a mostrare alcuni luoghi, monumenti e simboli, che gravitano attorno al sito Unesco di Modena (Piazza Grande, Ghirlandina, Duomo) sotto una luce diversa: quella delle torce. L’iniziativa, promossa dal Servizio Promozione della Città e Turismo, in collaborazione con l’Ufficio Multicentro Ambiente e Salute, ha voluto rivestire di un significato storico e culturale lo spegnimento delle luci previsto per un’ora in occasione di M’Illumino di meno. Su invito del Comune sono stato coinvolto per conto dell’Associazione Terra e Identità, trasformandomi in un novello Virgilio che ha accompagnato il pubblico a scoprire la piazza più amata di Modena e i monumenti e siti più significativi attorno ad essa. L’effetto e la suggestione sono stati notevoli. Il buio provocato artificialmente con lo spegnimento delle luci, ci ha riportati a un tempo antico, dove la notte diventava il tempo naturale dell’assenza della luce, un momento dove le famiglie e le comunità si stringevano intorno ai fuochi e spesso si raccontavano storie.

Tutto ha avuto inizio alle ore 18 all’interno della Galleria Europa del Palazzo Comunale, un luogo dove sono presenti i simboli e i ricordi dell’Unione Europea, simboli di una comunità che condivide valori. Con questo spirito siamo andati alla ricerca di simboli e monumenti antichi che venivano condivisi dai cittadini del Medioevo, ma che ancora oggi sono ben presenti, conosciuti e condivisi da chi oggi abita e conosce Modena. Abbiamo immaginato di ritornare a quel tempo nel quale si era meno distratti dalle comodità, ma più concentrati sulle cose essenziali.

La passeggiata si è svolta lungo il Porticato del Palazzo Comunale, partendo dalla Bonissima, collocata in angolo con Via Castellaro, fiancheggiando la facciata del Palazzo Comunale, per arrivare sotto il contrafforte realizzato tra la Torre Ghirlandina e il Duomo, per proseguire lungo Via Lanfranco e concludere il percorso davanti alla facciata del Duomo.

La litania che ci ha proiettato indietro nel tempo, recitata all’unisono da tre funzionari comunali, era uno stralcio dei Canti delle Scolte Modenesi, ovvero una preghiera risalente al IX secolo che veniva recitata dalla comunità intorno alle mura che proteggevano la tomba di San Geminiano. Si tratta di mura realizzate negli anni più difficili delle ultime grandi invasioni, concluse da quella degli Ungari che evitarono Modena proprio grazie alle fortificazioni erette qualche anno prima dal vescovo Leodoino.

Il copioso e interessato pubblico ha seguito tutto il percorso con curiosità, nonostante l’umidità e la pioggia battente che ha cominciato a cadere non appena le luci si sono abbassate. La presenza di tanta gente, in una condizione climatica non certo favorevole, è stata davvero emozionante e mi ha spinto a dare il meglio di me, sfidando l’acquazzone mentre raccontavo la piazza al pubblico, stipato sotto il porticato del Comune.

Il percorso è stato davvero affascinante: dalla Bonissima, al Palazzo Comunale (raccontato in tutte le sue evoluzioni cominciate nel lontano 1046 col Palazzo della Città), fino a narrare della Torre dell’orologio, antico Arengario del popolo, per poi illustrare la “preda Ringadora”, quindi i resti di una bottega rinascimentale collocata sotto l’antico Palazzo della Ragione. Molta suggestione ha destato la narrazione delle storie di Re Artù scolpite nell’archivolto della Porta della Pescheria e ha commosso il racconto delle storie scolpite da Wiligelmo nella facciata del Duomo. Naturalmente abbiamo evocato il nostro santo protettore Geminiano e la Grancontessa Matilde di Canossa, personaggi indimenticabili della storia modenese.

Oltre un’ora di racconto lungo i luoghi del cuore di Modena, alla sola luce delle fiaccole,  prima che le luci si riaccendessero sulle note di un’altra strofa dei Canti delle Scolte. Davvero una esperienza piena di suggestione.

Ringrazio il Comune di Modena e in particolare i funzionari Daniela Ori, Daniele Biagioni e Stefano Bellentani, per avermi coinvolto in questa bellissima esperienza. Ringrazio altresì  le tante persone che hanno scelto di trascorrere un venerdì sera di cultura in compagnia della Storia e delle leggende del medioevo modenese.

Io mi sono divertito molto, spero si sia divertito anche chi ha avuto piacere di seguirmi.

Cantando sotto la pioggia
Cantando sotto la pioggia
La Galleria Europa
La Galleria Europa
I portici, la nostra salvezza
I portici, la nostra salvezza
Il pubblico
Il pubblico
La bonissima
La bonissima
Telling in the rain
Telling in the rain
Re Artù
Re Artù

PENSAVAMO CHE FOSSE PIU’ CALVO…UNA MAGNIFICA ESPERIENZA ALLA SCUOLA PRIMARIA G. BELLINI DI SASSUOLO

hqdefaultPensavamo che fosse più calvo…non male come complimento da parte di una classe quinta di una scuola primaria (ai miei tempi si chiamava elementare) alla vista dello scrittore, cioè io, atteso come l’ospite del 21 aprile 2016! Cominciamo bene, mi sono detto, sedendomi su una sedia circondato dalla mia platea. Un’esperienza del tutto nuova, per me, ormai navigato conferenziere (o affabulatore a seconda dei punti di vista) ma assoluto neofita di un pubblico di decenni.
Il tema? I Romani, ovviamente! Invitato dalla maestra Anna Maria Manzini, che (potenza della modernità) ha letto le recensioni dei miei libri e mi ha contattato via web.
Come al solito, ho accettato con entusiasmo ma, lo ammetto, quando mi siedo in mezzo ai miei studenti sono colto da una certa ansia: mi sono preparato una relazione con tanto di diapositive ricche di fumetti e immagini, ma i dubbi mi assalgono: sarà la formula di comunicazione giusta?
NO.
La risposta mi giunge, e non poteva essere diversamente, dagli stessi bambini che cominciano a tempestarmi di domande, tutte acutissime, sul mestiere di scrivere. Le mie risposte, all’inizio un po’ impacciate, cominciano poi a fluire con la consueta prontezza e con esse la consapevolezza: è chiaro che quella relazione non è adatta a loro, troppo distaccata, per loro c’è bisogno di praticità. Così, l’idea mi si materializza nella mente insieme alle risposte alle loro domande, man mano che cesso di sentirmi un corpo estraneo in mezzo a loro.
“Facciamo un gioco! Scriviamo una storia su Modena Romana!”. Questa la proposta accolta con grande entusiasmo da tutti. E’ così che cominciamo a schierare sul campo Bruto, Antonio, Ottaviano e una serie di personaggi inventati. “Ci vuole una femmina”, afferma qualcuno, ecco la nostra protagonista che dovrà compiere una missione importantissima.
Quale? Non ve lo posso dire. Lo scoprirete solo quando il nostro gruppo di scrittori sassolesi avrà terminato il racconto che hanno promesso di scrivere come classe e che io correggerò.
Tornerò, quindi, a Sassuolo per un progetto di scrittura collettiva nato con una spontaneità che, a pensarci bene, si riesce a trovare solo in una scuola primaria!
Ci risentiremo, insomma, state connessi!
Per il momento desidero solo ringraziare tutti i ragazzi della 5 A, grazie ad Anna Maria per l’invito e a tutte le maestre della scuola per il supporto.
E’ stata un’esperienza meravigliosa, chissà che non si possa ripetere anche in seguito, con più tempo, con il supporto dell’Associazione I Semi Neri e di Terra e Identità.

Incontrando Matilde: il nuovo numero del Ducato

Presentazione standard1Ecco, la rocca si erge davanti a noi, dopo una ripida salita. Le sue mura sembrano tutt’uno con la roccia alla quale è appollaiata. I vessilli rossi col cane d’argento ondeggiano stanchi nel tramonto come macchie di sangue sulle merlature. Il barbacane si avvicina, presto saremo introdotti al cospetto della Gran Contessa…

***

Matilde (o, come amava firmarsi lei, Matilda) di Canossa (1046-1115) è uno dei personaggi più affascinanti del Medioevo europeo. Signora di un vasto territorio cuscinetto tra Lazio e Garda fu l’ago della bilancia tra Papato e Impero ed ebbe un ruolo da protagonista nella famosa lotta per le investitura, finendo per schierarsi apertamente con la riforma ecclesiastica voluta da Gregorio VII, dovendo subire rivolte e tradimenti che la portarono ad essere addirittura vittima di feroci gossip, come li chiameremmo oggi, da parte dei propri avversari politici che non esitarono ad accusarla di essere la meretrice del Papa. Un personaggio il cui nome è noto a tutti ma la cui storia è in verità poco conosciuta, liquidata spesso con poche righe sui libri di testo, quasi sminuita dagli stereotipi che accompagnano la sua figura.

Con grande orgoglio, quindi, ho accettato la proposta di Terra e Identità di curare questo numero monografico del Ducato dedicato alla Gran Contessa, come era chiamata dai suoi contemporanei perché sono convinto che dell’importanza di una pubblicazione che racconti tutte le sfaccettature di un personaggio meraviglioso, uno dei veri monumenti del Medioevo.

In questo volume affronteremo la Lotta per le investiture, snodo decisivo nell’evoluzione del Papato e dell’Impero medievali, il contributo di Matilde non solo all’architettura ma soprattutto alla forma attuale del nostro territorio che si è sviluppato, in gran parte, intorno alle profonde radici di pietra delle sue torri, rocche e fondazioni monastiche. Una parte importante verrà dedicata al rapporto tra Matilde e gli uomini che hanno attraversato la sua esistenza a cominciare dal padre Bonifacio, passando per l’Imperatore Enrico IV, il Papa Gregorio VII e i due sfortunati matrimoni con Goffredo il Gobbo e Guelfo il Pingue. Uno spazio importante verrà riservato al rapporto tra Matilde e Modena, una relazione complessa che vide addirittura la compresenza di un vescovo legittimo, Benedetto, e uno scomunicato, Eriberto. Una città, Modena che ancora oggi sembra guardare con sospetto la Gran Contessa, tanto da aver quasi dimenticato il novecentenario della sua morte, nel 2015. I Duchi d’Este, al contrario, costruirono un’articolata narrazione sulle proprie origini che tentarono di far risalire proprio a Matilde. Di grande interesse, infine, è il saggio relativo al rapporto tra Matilde e il popolo ebraico, una vera novità nel panorama degli studi matildici.

La Gran Contessa fu una donna di potere in un mondo di uomini; seppe essere una politica accorta e spietata subì il dramma di una tragica gravidanza. Questa caratteristica mi permette una breve digressione sul ruolo della donna nel Medioevo spesso sconosciuto o travisato. Già Reginé Pernoud notava come, nella Francia feudale “La regina fosse incoronata come il re, a Reims generalmente […] sempre dalle mani dell’arcivescovo di Reims” e che solo la Guerra dei Cent’Anni portò a un decisivo rafforzamento della componente militare e quindi maschile del potere. Ancora nel XII secolo, “Eleonora d’Aquitania, e Bianca di Castiglia dominano realmente il loro secolo, esercitano un potere incontestato nel caso in cui il re sia assente, malato, o morto” . Nel XII secolo, quando Roberto di Arbrissel decise di fondare due monasteri, uno maschile e l’altro femminile, mise entrambi sotto la direzione di una badessa che, per espressa volontà del fondatore “doveva essere una vedova, cioè una donna che avesse fatto un’esperienza matrimoniale” (Reginé Pernoud, Medioevo un secolare pregiudizio Milano 2001, pp. 102-110). Matilde di Canossa si inserisce in questo Medioevo dove le donne, pur in una società guerriera, erano in grado di giocare un ruolo politico di grande importanza che comincerà a scolorire solo alla fine del Medioevo, nel XIV-XV secolo. Un ruolo che le donne dovevano conquistare e mantenere con una maggiore difficoltà degli uomini in una condizione che, però, non è dissimile dal nostro evoluto XX secolo.

Matilde non esitava ad andare in battaglia e riuscì a conservare la fedeltà dei suoi alfieri, fatto non scontato in quei tempi, che da solo basta a dimostrarne la grandezza. Fu costretta dalle circostanze a unirsi in matrimonio due volte, nel vano tentativo di garantire la solidità dinastica del suo dominio. Due sposalizi destinati al fallimento, il primo con un uomo repellente, il secondo con un impotente ragazzino di cui avrebbe potuto essere la madre. Da ciò, infine, la resa al nuovo imperatore Enrico V, disposto a riconcederle il dominio canossiano soltanto in cambio della nomina a suo erede. Solo alla fine della sua esistenza terrena Matilde potrà, così, dedicarsi anima e corpo alla preghiera e alla meditazione lei che nel suo monogramma recitava “Matilda, Dei gratia si quid est” cioè “Matilde per grazia di Dio se è qualunque cosa”.

***

La grande sala è colma di tavoli dove siedono decine di dame e cavalieri. Gli abiti e le livree sono un tripudio di colori, mentre il grande camino lancia ombre fiammeggianti sui presenti. In mezzo alla sala siede maestosa la Gran Contessa, avvolta in un abito ceruleo e in mantello dorato come i suoi capelli di sole.

Fa segno di avvicinarci e non è il prudente farla attendere. E’ il momento di incontrarla.

Speriamo sia benevola.

Vuoi incontrare Matilde? Cerca nelle librerie e nelle edicole il nuovo numero del Ducato dedicato alla Grancontessa, edito da Terra e Identità (info@terraeidentita.it

Indice del volume.

Modena dai Romani al Medioevo, il 2 aprile al Circolo Alberione

Logo-centro-alberione-100x1002In occasione dell’apertura del Giubileo per gli ottocento anni dalla conferma dell’Ordine dei Predicatori (1216 – 2016) il Centro Culturale Alberione insieme all’Associazione Terra e Identità di Modena, offrono un ciclo di Conferenze su San Domenico e la città di Modena. Io partecipo  SABATO 2 APRILE 17,30-19,00Il periodo storico prima di San Domenico: Modena dai Romani al Medioevo.

Gli altri interventi:
SABATO 9 APRILE 17,30-19,00 – San Domenico e i Domenicani a Modena nel Medioevo (P. Angelo Piagno o. p., archivista dei Domenicani di Bologna)

SABATO 16 APRILE 17,30-19,00 – – L’accademia atestina di belle arti (dott.ssa Lidia Righi Guarzoni, storico d’arte)

SABATO 23 APRILE 17,30-19,00 – I Domenicani e l’inquisizione nell’età moderna (dott. Gianni Braglia)

Invitato speciale dalla Terra Santa: VENERDI’ 10 GIUGNO 17,30-19,00 Padre Paolo Garuti o.p. di Modena, conferenza dal titolo: “San Domenico a Modena”

N.B: L’ingresso prevede una piccola quota per l’assicurazione e per la presenza agli incontri (costo procapite di 5€). Il Centro Alberione si fa carico della pubblicità. Gli “atti” del ciclo di conferenze saranno pubblicati su un numero prossimo del “Ducato”. L’Associazione Terra e Identità allestirà uno stand per vendere le sue pubblicazioni di storia modenese.

INFO:

Centro Culturale Alberione – via Tre Febbraio, 7 – Modena – tel.059. 236853 sito: www.centro-alberione.it – mail: segreteria@centro-alberione.it 

Locandina

Dalle fosche cittadine mura, Sabato 6 febbraio 2016 – ore 17,30

post_6febbraioIL GRIDODalle fosche cittadine mura (dall’opera del Maestro A. Peretti), un pomeriggio di letture, musiche e aperitivo letterario, Sabato 6 febbraio 2016 alle ore 17,30 presso il Circolo Culturale Giacomo Alberione (via 3 febbraio 1831 n. 7 – Modena)  nel corso della presentazione del romanzo storico Il Grido della Verità (Artestampa), in compagnia dell’autore GABRIELE SORRENTINO. Nel corso del pomeriggio faremo la conoscenza della figura del musicista modenese Angelo Catelani (1811-1866), protagonista della storia musicale della città.

Letture di DANIELA ORI, PAOLO BOCELLI e la partecipazione straordinaria di DON DINO MULASSANO.  Musiche a cura del Maestro PAOLO GATTOLIN
soprano GIULIANA NOTOLINI.  Nel corso dell’evento verrà proiettato un Video di immagini di Modena ottocentesca realizzato da GIUSEPPE MUCCI.  L’aperitivo tradizionale modenese è curato da SERENA CASELLI.
INGRESSO € 5,00 È GRADITA LA PRENOTAZIONE
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: telefono 059.236853, segreteria@centro-alberione.it, da Lunedì a Venerdì 16.00-19.30
Il romanzo. Modena, aprile 1860. Una scia di sangue e paura turba l’attesa per l’arrivo di Vittorio Emanuele II, in una città dove la primavera non vuole sbocciare. Nel suo Il grido della verità, l’autore ci accompagna in una Modena che da pochi mesi ha smesso di essere capitale, dove le vicende dei protagonisti si intrecciano con quelle di personaggi reali del Risorgimento modenese. Un giallo che svelerà una città sotterranea, celata dietro le eleganti facciate dei palazzi dell’antica capitale Estense.

Vai alla pagina dedicata sul sito dell’Associazione

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28 febbraio presentazione del corso di scrittura dei Semi Neri

post_28febbraioIL GRIDOVerrà presentato domenica 28 febbraio alle ore 17,30 il Laboratorio di scrittura creativa che l’Associazione organizza in collaborazione con ColtiviaMO e il Laboratorio XOMEGAPLa presentazione del corso si terrà insieme a quella del romanzo storico Il Grido della Verità di Gabriele Sorrentino che dialogherà con Simone Covili. Appuntamento in via Negrelli 15 (info: bookmaster@xomegap.netoppure info@semineri.it)

Il romanzo. Modena, aprile 1860. Una scia di sangue e paura turba l’attesa per l’arrivo di Vittorio Emanuele II, in una città dove la primavera non vuole sbocciare. Nel suo Il grido della verità, l’autore ci accompagna in una Modena che da pochi mesi ha smesso di essere capitale, dove le vicende dei protagonisti si intrecciano con quelle di personaggi reali del Risorgimento modenese. Un giallo che svelerà una città sotterranea, celata dietro le eleganti facciate dei palazzi dell’antica capitale Estense.

Il Corso. Si tratta di un laboratorio di 6 lezioni  ogni 15 giorni da mercoledì 2 marzo 2015 dalle ore 19 alle 21. SCRIVERE, SCRIVERE, SCRIVERE: Scopo del Laboratorio è far scrivere i partecipanti e permettere loro di confrontarsi su contenuti e stile. Il materiale prodotto verrà raccolto in un E-book finale.

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Sabato 19 Dicembre – ore 15,15 “Sui luoghi della Modena ottocentesca attraverso un romanzo”

IL GRIDO DELLA VERITA cop per SITO19 dicembre 2015 – Passeggiata guidata dalle ore 15,30 alle ore 17,30, sui luoghi di Modena ottocentesca narrati nel rom
anzo “Il grido della verità” di Gabriele Sorrentino (ed. Artestampa)

Ritrovo presso il Salotto Aggazzotti, Viale Martiri della Libertà, 38 (Mo) ore 15,15, al rientro una merenda per tutti!

A seguire alle ore 17,30 Conversazione nella Sala Rosa del Salotto sul romanzo di Gabriele Sorrentino – Conduce Daniela Ori.

Nel corso della serata verrà proiettato un “Video di Immagini di Modena Ottocentesca” realizzato da Giuseppe Mucci.

Ingresso per tutti 5,00€.

Trailer: https://youtu.be/_bfJa7TcFx0

Gallery: http://www.semineri.it/?p=3630 

Il Grido della verità il 22 novembre presso Emily Book Shop

post_22novembreIL GRIDO
Quando giunse davanti al vascone, col torrione del Palazzo che giganteggiava alla sua destra, Orlando raggelò. L’uomo era avvolto in un redingote nero, sgualcito e sporco, come se lo avessero trascinato. Gli occhi erano sbarrati al cielo in un’espressione meditabonda e aveva la bocca cucita con lo spago. Così comincia Il Grido della Verità (Artestampa 2015) e quindi mi è sembrato doveroso presentarlo presso la bellissima libreria Emily Book Shop di Via Fonte d’Abisso, 9, 41121 Modena MO (349 536 9707) domenica 22 novembre alle 16,30.

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