La Sentinella

Perugino, RisurrezioneQuesto posto mette i brividi: è troppo silenzioso”.

Il soldato scrutò nervosamente la necropoli. La notte, priva di stelle, avvolgeva la vallata come un sudario. Perfino la natura taceva, come se stesse portando il lutto.

Non farti condizionare, Aronne – lo rimproverò l’altra sentinella – queste favole sulla Resurrezione sono sciocchezze. È da due giorni che lo hanno ammazzato e nessuno è venuto a trarlo dalla tomba”.

Aveva detto che sarebbe risorto il terzo giorno…”.

Sciocchezze!”.

Quando è morto il buio, ha avvolto il Calvario, il velo del tempio si è squarciato, i sepolcri si sono aperti…”.

Tu eri lì? Hai visto?”.

No…ma un mio cugino ha incontrato a Gerusalemme un suo conoscente morto lo scorso anno”. Balbettò Aronne.

Morti che camminano! È una bestemmia! Ti sei fatto condizionare dai vaneggiamenti di questi pazzi. Per questo siamo qui, dobbiamo impedire che rubino il corpo e poi dicano che è resuscitato!”.

Sarà… però questo silenzio è insopportabile…”. Aronne guardò nervosamente il grande masso che chiudeva la tomba.

Un gufo solitario ululò alla notte, come se la valle si stesse risvegliando da un lungo sonno.

“Hai sentito?”. Domandò Aronne tremando.

“Cosa?”. Saul era esasperato dalla dabbenaggine dell’altro. Caifa avrebbe dovuto scegliere meglio i suoi uomini.

Passi. Vengono da dietro la collina”.

Nel silenzio irreale si sentirono piedi leggeri accarezzare il terreno, con un rumore appena percettibile. Poi un bagliore apparve dietro la collina, posta in direzione di Gerusalemme.

“Oddio!”. Aronne cadde in ginocchio, mentre la luce, all’inizio appena un fuoco fatuo, saliva di intensità.

Un giovane apparve da dietro la collina, sfolgorante di luce e vestito di bianco. Aveva lineamenti prefetti e androgeni. Passò leggero in mezzo alle sentinelle atterrite e, dove i suoi calzari si posavano, i fiori sbocciavano profumati.

“F…ermo”. balbettò Saul, facendo cadere la lancia.

Il giovane lo ignorò e cominciò a cantare con voce limpida e lieve: “E’ l’ora, mio Signore! Le tenebre stanno per squarciarsi!”

Un serpente si alzò sibilando davanti al giovane che, imperturbabile, continuò a cantare. Sembrava che non fosse da solo davanti alla tomba nuova di Giuseppe di Arimatea, ma che milioni di voci accompagnassero la sua litania.

Si inginocchiò, allargando le braccia con i palmi rivolti verso l’alto, privi delle linee della mano. 

Dal sepolcro giunse un profumo paradisiaco.

Il rettile si fece sempre più inquieto. Ondeggiava la testa triangolare nel tentativo di far scattare i suoi denti velenosi sul giovane, ma sembrava incapace di avvicinarsi alla fiamma che ardeva intorno al bellissimo corpo.

Una luce esplose all’interno della tomba, spostando la pietra. Il rettile abbassò la testa e fuggì nella notte. Passò sotto le gambe di Saul e lo morse all’inguine. La guardia si accasciò con un rantolo sordo.

Il giovane si prostrò mentre colui, che era stato crocifisso, uscì dalla tomba dardeggiante di luce. Il suo volto era trasfigurato dal trionfo.

Aronne restò immobile, paralizzato dal terrore.

Gesù salutò affettuosamente il giovane, poi si voltò verso Saul riverso a terra. Disse alcune parole e la ferita della sentinella si rimarginò; l’uomo si alzò e, senza nemmeno ringraziare, corse via urlando.

Sei un demone, disse. Un mago!”.

Lo avrebbero ritrovato in seguito, a due giorni di cammino, morto per il morso dello stesso serpente.

Gesù si rivolse, infine, verso Aronne, bianco come un cencio.

Vai in pace”. Gli disse e la sua voce era la quintessenza della gioia.

Poi si allontanò verso la città, mentre l’alba incendiava la valle e le cicale ricominciavano a cantare con letizia.

(Il riferimento è al Vangelo di Matteo 27-28)

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Una risposta a La Sentinella

  1. daniela ori scrive:

    Racconto incisivo ed avvolgente, degno di un grande narratore!

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