Una luce di dolcezza
Una stella pallida
In un cielo solitario
Quel volto è laggiù ancora
Barlume nel fondo dei ricordi
Di diciannove anni di oscurità
Quando mi hai salutato e mi hai parlato
Un saluto gentile, una voce serena
Un volto sorridente
Più forte della sofferenza
In quelle stanze odoranti di disinfettante
Parlavi a me e sorridevi
Ignari, entrambi, che sarebbe stata l’ultima volta
Folli, inconsapevoli
Ingannati.
Poi ci sono state solo luci fredde
Suoni innaturali di respiri fasulli
Corse senza speranza
Preghiere inascoltate.
Buio assoluto. Silenzio nero.
Un artiglio di rabbia conficcato in un petto
Il mio, il mio cuore
Da cui tutto era stato strappato
Quella scintilla di bellezza occultata da ceneri di rabbia
Violentata dall’ingiustizia
Di un saluto, troppo frettoloso
Perché non avrebbe dovuto essere l’ultimo
Anni di flutti bui in cui galleggiare appena
Onde malvagie
Voci ingannevoli di Sirene
Silenzio nero nello stomaco
In fondo alla voragine di oscurità
Oggi rivedo la luce di quel saluto
Pallida come una promessa, o come il sogno al mattino
La melodia di quella voce guida il marinaio
Potrà Egli trovare la via per tornare a casa?
Quanto ancora dovrà vagare per mari sconosciuti?
Questo lo dirà soltanto il Tempo
Oggi ha una stella in cielo da scrutare con speranza e attesa
Copyright © 2012 by Gabriele Sorrentino