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Mercoledì 10 maggio 2017 ore 17,00 – Soglie al Maggio dei Libri

copertina

Mercoledì 10 maggio 2017 ore 17,00, presso la Sala dell’Oratorio del Palazzo dei Musei di Modena- Biblioteca Estense Universitaria – P.zza Sant’Agostino 337 (MO). Nell’ambito dell’iniziativa MAGGIO DEI LIBRI 2017. verrà presentato Soglie (Danster 2016). Una raccolta di racconti ispirati a Misteri irrisolti di Modena e del Frignano

Conduce il prof. Gian Carlo Montanari

Con Gabriele Sorrentino, Daniela Ori, Manuela Fiorini, Marco Panini.

Locandina

Giovedì 29 settembre, incontriamo Matilde all’Accademia di Lettere Scienze e Arti di Modena

Ecco, la rocca si erge davanti a noi, dopo una ripida salita. Le sue mura sembrano Presentazione standard1tutt’uno con la roccia alla quale è appollaiata. I vessilli rossi col cane d’argento ondeggiano stanchi nel tramonto come macchie di sangue sulle merlature. Il barbacane si avvicina, presto saremo introdotti al cospetto della Gran Contessa… questo è l’inizio della prefazione ho scritto per Incontrando Matilde, numero di luglio/settembre 2016 del Ducato, la rivista edita da Terra e Identità.

Il volume raccoglie numerosi contributi sulla Grancontessa e la sua storia straordinaria.

Incontrando Matilde verrà presentato Giovedì 29 settembre 2016 alle ore 18,00 all’Accademia di Lettere Scienze e Arti di Modena (Corso Vittorio Emanuele II, 59, 41100 Modena MO) nel corso di un incontro dove lterrò una breve relazione sul rapporto tra Matilde e Modena.

Invito

Spartaco: un rivoluzionario moderno o un avventuriero del suo tempo?

ImmagineSabato 10 settembre 2016 alle ore 18,30, presso lo stand dell’Associazione Terra e Identità a Mutina Boica, terrò tiene una conferenza dal titolo Spartaco: un rivoluzionario moderno o un  avventuriero del suo tempo?

Intervistato da Gianni Braglia, presidente di Terra e Identità, cercherò di sviscerare la figura di Spartaco, il gladiatore ribelle trasformato in un’icona rivoluzionaria dal famoso film del 1960 di Stanley Kubrick con Kirk Duglas nella parte di Spartaco (tratto dal romanzo di  Howard Fast del 1952) ma anche da movimenti politici come la Lega Spartachista in Germania (1914-1918). Un personaggio complesso, che guidò la sua rivolta tra il 73 e il 71 a.C. in un periodo dove già erano evidenti i segnali del tracollo della Repubblica romana che meno di vent’anni prima (91-88 a.C.) aveva già subito il duro colpo della Guerra Sociale.

Scarica la locandina dal sito dell’Associazione I SEMI NERI

Incontrando Matilde: il nuovo numero del Ducato

Presentazione standard1Ecco, la rocca si erge davanti a noi, dopo una ripida salita. Le sue mura sembrano tutt’uno con la roccia alla quale è appollaiata. I vessilli rossi col cane d’argento ondeggiano stanchi nel tramonto come macchie di sangue sulle merlature. Il barbacane si avvicina, presto saremo introdotti al cospetto della Gran Contessa…

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Matilde (o, come amava firmarsi lei, Matilda) di Canossa (1046-1115) è uno dei personaggi più affascinanti del Medioevo europeo. Signora di un vasto territorio cuscinetto tra Lazio e Garda fu l’ago della bilancia tra Papato e Impero ed ebbe un ruolo da protagonista nella famosa lotta per le investitura, finendo per schierarsi apertamente con la riforma ecclesiastica voluta da Gregorio VII, dovendo subire rivolte e tradimenti che la portarono ad essere addirittura vittima di feroci gossip, come li chiameremmo oggi, da parte dei propri avversari politici che non esitarono ad accusarla di essere la meretrice del Papa. Un personaggio il cui nome è noto a tutti ma la cui storia è in verità poco conosciuta, liquidata spesso con poche righe sui libri di testo, quasi sminuita dagli stereotipi che accompagnano la sua figura.

Con grande orgoglio, quindi, ho accettato la proposta di Terra e Identità di curare questo numero monografico del Ducato dedicato alla Gran Contessa, come era chiamata dai suoi contemporanei perché sono convinto che dell’importanza di una pubblicazione che racconti tutte le sfaccettature di un personaggio meraviglioso, uno dei veri monumenti del Medioevo.

In questo volume affronteremo la Lotta per le investiture, snodo decisivo nell’evoluzione del Papato e dell’Impero medievali, il contributo di Matilde non solo all’architettura ma soprattutto alla forma attuale del nostro territorio che si è sviluppato, in gran parte, intorno alle profonde radici di pietra delle sue torri, rocche e fondazioni monastiche. Una parte importante verrà dedicata al rapporto tra Matilde e gli uomini che hanno attraversato la sua esistenza a cominciare dal padre Bonifacio, passando per l’Imperatore Enrico IV, il Papa Gregorio VII e i due sfortunati matrimoni con Goffredo il Gobbo e Guelfo il Pingue. Uno spazio importante verrà riservato al rapporto tra Matilde e Modena, una relazione complessa che vide addirittura la compresenza di un vescovo legittimo, Benedetto, e uno scomunicato, Eriberto. Una città, Modena che ancora oggi sembra guardare con sospetto la Gran Contessa, tanto da aver quasi dimenticato il novecentenario della sua morte, nel 2015. I Duchi d’Este, al contrario, costruirono un’articolata narrazione sulle proprie origini che tentarono di far risalire proprio a Matilde. Di grande interesse, infine, è il saggio relativo al rapporto tra Matilde e il popolo ebraico, una vera novità nel panorama degli studi matildici.

La Gran Contessa fu una donna di potere in un mondo di uomini; seppe essere una politica accorta e spietata subì il dramma di una tragica gravidanza. Questa caratteristica mi permette una breve digressione sul ruolo della donna nel Medioevo spesso sconosciuto o travisato. Già Reginé Pernoud notava come, nella Francia feudale “La regina fosse incoronata come il re, a Reims generalmente […] sempre dalle mani dell’arcivescovo di Reims” e che solo la Guerra dei Cent’Anni portò a un decisivo rafforzamento della componente militare e quindi maschile del potere. Ancora nel XII secolo, “Eleonora d’Aquitania, e Bianca di Castiglia dominano realmente il loro secolo, esercitano un potere incontestato nel caso in cui il re sia assente, malato, o morto” . Nel XII secolo, quando Roberto di Arbrissel decise di fondare due monasteri, uno maschile e l’altro femminile, mise entrambi sotto la direzione di una badessa che, per espressa volontà del fondatore “doveva essere una vedova, cioè una donna che avesse fatto un’esperienza matrimoniale” (Reginé Pernoud, Medioevo un secolare pregiudizio Milano 2001, pp. 102-110). Matilde di Canossa si inserisce in questo Medioevo dove le donne, pur in una società guerriera, erano in grado di giocare un ruolo politico di grande importanza che comincerà a scolorire solo alla fine del Medioevo, nel XIV-XV secolo. Un ruolo che le donne dovevano conquistare e mantenere con una maggiore difficoltà degli uomini in una condizione che, però, non è dissimile dal nostro evoluto XX secolo.

Matilde non esitava ad andare in battaglia e riuscì a conservare la fedeltà dei suoi alfieri, fatto non scontato in quei tempi, che da solo basta a dimostrarne la grandezza. Fu costretta dalle circostanze a unirsi in matrimonio due volte, nel vano tentativo di garantire la solidità dinastica del suo dominio. Due sposalizi destinati al fallimento, il primo con un uomo repellente, il secondo con un impotente ragazzino di cui avrebbe potuto essere la madre. Da ciò, infine, la resa al nuovo imperatore Enrico V, disposto a riconcederle il dominio canossiano soltanto in cambio della nomina a suo erede. Solo alla fine della sua esistenza terrena Matilde potrà, così, dedicarsi anima e corpo alla preghiera e alla meditazione lei che nel suo monogramma recitava “Matilda, Dei gratia si quid est” cioè “Matilde per grazia di Dio se è qualunque cosa”.

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La grande sala è colma di tavoli dove siedono decine di dame e cavalieri. Gli abiti e le livree sono un tripudio di colori, mentre il grande camino lancia ombre fiammeggianti sui presenti. In mezzo alla sala siede maestosa la Gran Contessa, avvolta in un abito ceruleo e in mantello dorato come i suoi capelli di sole.

Fa segno di avvicinarci e non è il prudente farla attendere. E’ il momento di incontrarla.

Speriamo sia benevola.

Vuoi incontrare Matilde? Cerca nelle librerie e nelle edicole il nuovo numero del Ducato dedicato alla Grancontessa, edito da Terra e Identità (info@terraeidentita.it

Indice del volume.

PROFESSIONE PUBLIC HISTORIAN

Gabriele al Novi Ark di Modena (Foto D. Ori)
Gabriele al Novi Ark di Modena (Foto D. Ori)

Nei giorni scorsi, l’amica Manuela Fiorini mi ha intervistato sulla mia nuova passione, la Public History.

Ecco l’inizio dell’intervista:

L’Università di Modena e Reggio Emilia è stata la prima in Italia a ospitare un Master in Public History, volto a formare una nuova figura professionale, quella dello Storico per il Pubblico, che si avvale delle nuove tecnologie per divulgare la storia a pubblici diversi, ma senza rinunciare al rigore scientifico.

Di Manuela Fiorini

MODENA – Si chiama Public Historian la nuova figura di studioso della Storia che si avvale di nuovi linguaggi e strumenti per raccontare il passato a pubblici diversi, utilizzando tecniche di comunicazione che vanno dal public speaking alla scrittura on line, dal docu-film alla musica, passando per la televisione, il teatro e il web, ma senza rinunciare al rigore scientifico.

Modena è stata la prima sede in Italia, dopo Parigi e Berlino, a ospitare un Master di II livello per formare questa innovativa figura di storico. Organizzato dall’Università di Modena e Reggio Emilia, e diretto dal Prof Lorenzo Bertucelli, il master è partito lo scorso mese di ottobre, ha una durata annuale e vede coinvolti anche l’Istituto storico di Modena, la Fondazione ex Campo di Fossoli di Carpi, Istoreco di Reggio Emilia e l’Istituto Museo Cervi di Gattatico di Reggio Emilia.

Sono cinquanta i futuri Public Historian che stanno frequentando il master. Tra questi c’è Gabriele Sorrentino, già scrittore e storico.

Leggi l’intervista su La Gazzetta dell’Emilia